DAMIR DOMA E MICHELE MAGNANI

Dopo la sua prima sfilata a Milano, lo stilista Damir Doma riflette sulle possibili aspettative con il makeup artist Michele Magnani.

Nati per la moda fa incontrare famosi stilisti e makeup artist invitandoli a un dialogo aperto e sincero sulla creatività, la collaborazione e le sfilate

“Lasciare una cosa incompleta la rende interessante e lascia la sensazione per cui ci sia spazio per crescere.” Questa citazione, dell’autore giapponese Yoshida Kenkō, ha ispirato l’ultima collezione donna, presentata a Milano per la prima volta. La citazione è legata specificatamente alla collezione dal taglio vivo, diafana e ricca di tessuti trasparenti della stagione SS16, ma si applica perfettamente anche a Doma e al suo stile puro e sfumato, che ha viaggiato dalla Croazia alla Germania, per poi stabilirsi a Parigi nel 2006, e che di recente è arrivato anche a Milano.

Michele Magnani, M·A·C Senior Artist, ha avuto il compito di immergere Doma nel nuovo contesto italiano, ed è stato responsabile per la creazione del makeup delle sue sfilate. Qui chiacchierano sulla natura della collaborazione, sulla creazione di una differente percezione di bellezza naturale e sul lavoro di adattamento secondo lo stile milanese…

Michele Magnani: secondo me, lui è uno degli stilisti con più talento. La mia prima impressione riguardo a Damir è stata l’essenza della sua donna. Quando ho visto le sue creazioni nello showroom, ho visto tutto molto minimal ma allo stesso tempo estremamente forte. Ho sentito ottime vibrazioni nei suoi confronti.

Damir Doma: non è facile trovare qualcuno che riesca a capire la tua sensibilità e sia in grado di tradurla. È estremamente importante perché può far funzionare una cosa o distruggerla. O la cosa peggiore è che puoi finire una sfilata con make-up o capelli sbagliati. È tutto basato sulla fiducia. Anche se ho un minimo dubbio, inizio a tormentarmi e vado fuori di testa.

“Non è facile trovare qualcuno che riesca a capire la tua sensibilità e sia in grado di tradurla.” – Damir Doma

Michele: è molto importante che un make-up artist riceva un brief preciso. Le persone vanno in confusione se non hanno i giusti strumenti per lavorare. Con Damir, è stato tutto molto chiaro fin dall’inizio.

Damir: mi piace realizzare cose semplici ma comunque misteriose. È il mio gusto personale. Questa collezione, in particolare, ha molta texture. La sfilata è ambientata in un garage e la luce arriva dal pavimento. È una situazione incompleta e cruda, e voglio che questo si rifletta anche nei look. Sembra una cosa semplice ma in realtà è molto complicato.

Michele: per me, questa bellezza molto naturale significa qualcosa di realistico, qualcosa di trasparente. Quando si utilizza un fondotinta è molto importante che si scelgano i migliori ingredienti. Altrimenti risulterebbe una maschera. Le nuove tecnologie nei prodotti aiutano molto. Non sono pesanti o finti, come manichini.

Damir: Questo è il motivo per cui dipendo in questo modo da questi ragazzi. So quello che voglio ma non so come ottenerlo! Posso dire qual è l’attitude, come sono i suoi occhi, come sono i suoi capelli. Mi fido molto di Michele. Cerco di lasciar fare alle persone quello che sanno fare. Che si tratti di capelli, make-up, styling o giornalismo, lascio fare a loro.

Michele: per questa sfilata, giocherò con texture diverse e volume extra sul viso. C’è molta trasparenza nei vestiti. Sarà misterioro ma pulito.

Damir: ho la sensazione che le aspettative, a Milano, siano diverse. A Parigi, non mi sono mai sentito uno stilista parigino, e adesso che sono a Miano non diventerò uno stilista milanese. Non proverò a fare questo gioco. Secondo me si tratta di prendere l’estetica e adattarla al nuovo contesto, portando un nuovo punto di vista.

Michele: Milano ha bisogno di uno stilista come Damir! La moda, a Milano, ha uno stile molto diverso. Lui è uno stilista concettuale. Sono felice, perché sono italiano. In Italia tutto è molto commerciale e Damir si distingue completamente.

Damir: In realtà vorrei essere commerciale! Sto scherzando, ma alcune persone si aspettano questo cambiamento. Sono venuto qui perché è dove vengono prodotti i miei vestiti. Volevo sentirmi più vicino ha dove tutto viene creato e dove nascono gli aspetti tecnici.